Annozero sul caso Fondi

Annozero di Michele Santoro, giovedì 5 novembre, si è occupato del caso Fondi. L’inchiesta Profumo di mafia di Stefano Bianchi e Giulia Bosetti ha attraversato tutta la puntata con le interviste ad alcuni dei protagonisti del caso Fondi; a cominciare dall’ex assessore Riccardo Izzi e suo padre Mario. In studio, il mancato scioglimento del comune nonostante la richiesta del ministro Maroni, è stato commentato da Fava, De Magistris, Panigutti di Latina Oggi e Bocchino. E dal senatore Fazzone, strenuo sostenitore della tesi di un complotto ordito contro la città dal suo collega Ciarrapico, sostenuto per l’occasione da prefetto (che ha annunciato di voler querelare), funzionari dello Stato e ministro dell’Interno.
Verso la fine del lungo dibattito l’intervento di Daniele Vecchio del Cantiere Sociale, che ha ricordato i tanti attentati degli ultimi mesi a Fondi nei confronti di imprese e di cittadini che si sono impegnati nella lotta alla mafia.

Potete rivedere la puntata per intero sul sito della Rai o su quello di Annozero.

Di seguito invece i tre video con l’inchiesta:

E l’intervento di Daniele Vecchio del Cantiere Sociale:

Il Manifesto su Annozero dedicata al caso Fondi, 07/11/2009La puntata di Annozero sul caso Fondi, con 4,5 milioni di ascoltatori, non poteva passare inosservata. Il 7 novembre il ministro Maroni, ospite al convegno dei prefetti dell’Anfaci a Bologna, ha detto: “Ho visto ieri sera in una trasmissione televisiva una persona che ha minacciato di querelare il prefetto di Latina che aveva chiesto lo scioglimento del Comune di Fondi. Ho condiviso parola per parola quella relazione e se qualcuno vuole querelare il prefetto di Latina allora dovrà querelare anche il ministro dell’Interno. Non credo sia corretto attaccare una persona che non ha gli strumenti per difendersi ma se il ministro dell’Interno condivide un atto e lo firma, ne condivide sempre anche la responsabilità e io mi assumo sempre le mie responsabilita”.

Il nuovo patto tra mafia e stato: approvato il lodo Fondi

Non era mai accaduto prima. È accaduto a Fondi. Un consiglio comunale con accertate infiltrazioni mafiose – “sistematiche e in ogni settore dell’amministrazione” secondo le parole del prefetto – non è stato sciolto dal Consiglio dei ministri. Su proposta dello stesso ministro Maroni che aveva sottoscritto le relazioni del prefetto e per ben due volte richiesto lo scioglimento. Così il governo consente a tutti i consiglieri e gli amministratori collusi con la mafia di ricandidarsi come se niente fosse.
Ascoltate attentamente le parole del ministro campione dell’antimafia: dice che il problema è stato risolto perché la giunta di Fondi si è già dimessa e a marzo il popolo potrò decidere attraverso le elezioni da chi essere amministrato. Dice che “il popolo sovrano è sempre meglio di qualunque commissario”. Vuol dire che non bisogna sciogliere mai. Eppure lui stesso ha modificato l’articolo 143 del TUEL per rendere più forti i poteri dei commissari nei comuni sciolti per mafia e allungare il periodo di permanenza degli stessi da 12 a 18 mesi, con possibilità di proroga fino a 24. Ora quella legge è carta straccia. Maroni ha dato vita a un precedente assoluto e gravissimo. E non è a rischio la città di Fondi ma l’intero funzionamento degli anticorpi normativi ed esecutivi contro la mafia. Da oggi qualunque comune colluso con la mafia ricorrerà alle dimissioni per potersi ripresentare, ripulito e più in forze di prima. Un po’ come avviene per i soldi riciclati e poi legittimati dallo scudo fiscale, solo che qui il condono è preventivo.
Il senatore Claudio FazzoneIl caso di Fondi è emblematico: il consenso bulgaro dell’amministrazione è stato possibile grazie al sostegno elettorale della criminalità organizzata, che ricorre ovviamente a un sistema di ricatti e condizionamenti. Lo ha ammesso un assessore famoso, Riccardo Izzi. Ha detto di aver ricevuto l’appoggio delle famiglie mafiose che gli hanno assicurato una candidatura record, facendone il primo eletto. Ma Izzi non era l’unico elemento in contatto con la mafia, il prefetto ha dimostrato che lo stesso sindaco Parisella accreditava in comune ditte gestite da noti mafiosi, che scavalcavano la fila o addirittura si sostituivano ad altre già sotto contratto con il comune. E insieme al sindaco molti altri amministratori commettevano illeciti, compresi i dirigenti e i vertici della polizia municipale, finiti sotto arresto. Ora il messaggio è chiaro: non si scioglie per mafia e quindi quel sistema di voti è legittimato, pronto perfino a potenziarsi.
Il potere del senatore Cludio Fazzone, il vero mister preferenze fondano, cresciuto all’ombra di Mancino e del Sisde, è deflagrato nel governo. E mentre emergono nuove rivelazioni sulle trattative segrete tra mafia e Stato del ’92 che vedrebbero coinvolto lo stesso Mancino, allora ministro dell’interno oggi vice del Csm, il feudo di Fazzone viene salvato. Tutti sanno che a Fondi sono radicate le mafie, che i politici sono collusi, ma il governo fa finta di niente. Come ha scritto la giornalista Anna Scalfati “oggi è il giorno non dei patti segreti tra Stato e Mafia ma il giorno di un patto pubblico, impudente e oltraggioso per ciascuno di noi”.
La cosa più sconcertante però è leggere la relazione con la quale il ministro Maroni ha chiesto lo scioglimento del comune di Fondi per infiltrazioni mafiose. E’ stata pubblicata oggi da un giornale locale e noi la riproponiamo integralmente in pdf. La relazione è stata siglata meno di un mese fa, il 18 settembre, e si conclude così: “La valutazione della situazione in concreto riscontrata, in relazione alla presenza e all’estensione dell’influenza criminale, rende necessario che la durata della gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi”.

Due articoli di rassegna stampa: Il Manifesto (jpg) e Il Fatto (pdf)

Fondi: polemica da Angela Napoli, Pdl

Nuove scosse nel caso Fondi

napoli“Posso andare a guardare in amministrazioni locali di centro sinistra se ho la certezza di aver lavorato e fatto pulizia dove ci sono amministrazioni di centro destra, altrimenti non ho il diritto di parola e non ho il diritto di parlare di antimafia. Un ministro degli Interni dovrebbe minacciare le dimissioni per una cosa di questo genere, perché non possiamo dire che combattiamo la mafia e poi chiudiamo gli occhi dove non ci interessa”. A dirlo è una deputata del Pdl e componente della commissione Anitmafia, Angela Napoli, che interviene sul caso Fondi, dopo le recenti dichiarazioni congiunte di Berlusconi e Maroni.
La Napoli, eletta come indipendente nelle file del Pdl, ribadisce che quello di Fondi è “un caso unico” e ricorda una vicenda simile nel precedente governo Berlusconi, quando oggetto del contendere era il comune di Lamezia Terme. In quel caso, però, ministro degli interni era Beppe Pisanu, che si oppose alle rimostranze portate in sede del consiglio dei ministri da esponenti locali e procedette con lo scioglimento. Un duro affondo quello della Napoli nei confronti del ministro Maroni, giudicato debole e ambiguo.
Intanto la stampa nazionale continua ad occuparsi della controversa vicenda legata allo scioglimento del comune di Fondi. Un articolo su La Stampa, qui, e uno sul Manifesto, pubblicato anche online, che potete leggere qui di seguito. Il manifesto, 18 agosto 2009

Fondi vista dalla Svizzera

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giovanni Scavazza, cognato di Gianfranco Mariorenzi, il funzionario del comune di Fondi tratto in arresto lo scorso 6 luglio dalla Dia, insieme ad altre 16 persone, e poi scarcerato dal Riesame

Giorni fa ho letto anch’io online qui a Zurigo delle motivazioni deposte dal Riesame, però sapendo della vicenda solo quello che c’è scritto sui giornali, è solo su questo che dobbiamo basarci e credo che sia ancora poco; la Relazione della DIA su Fondi è di oltre 500 pagine, poche righe sul giornale, non credo che le riassumano al meglio.
Che il Tribunale del Riesame abbia scarcerato Gianfranco mi fa piacere, è certamente una buona notizia, spero che questo alleggerisca la sua posizione e sia di buon auspicio per la sua difesa personale nell’ambito dell’inchiesta, ma presa di per sé, la cosa non è che cambi molto la sostanza della questione. Era prematuro fasciarci la testa prima senza sapere se fosse rotta davvero, è prematuro ora stappare lo champagne come se si fosse riportato chissà quale vittoria. E spiego perché, secondo la mia opinione:

- il Tribunale del Riesame non entra nel merito della questione, o almeno non ci entra direttamente; stabilisce solo se la misura della custodia cautelare sia giustificata o meno alla luce della normativa di legge vigente. Nel caso di Gianfranco, ha stabilito che tale misura non fosse giustificata, nel senso che non sussistevano i requisiti di legge per imporla. Continua a leggere ‘Fondi vista dalla Svizzera’

L’Unità pubblica un’ampia inchiesta su Fondi

Ennesimo focus-on della stampa nazionale sul caso Fondi

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L’Unità del 6 agosto dedica addirittura tre pagine al caso Fondi. Gli articoli approfondiscono la questione delle infiltrazioni nel Mof e nella pubblica amministrazione, ricostruendo al contempo il lungo e accidentato iter che parte dalla commissione d’accesso insediata dal prefetto per arrivare allo stallo istituzionale, che dura a tutt’oggi, di una decisione ultimativa da parte del consiglio dei ministri che continua a latitare.

Nuovo question time su Fondi

Scioglimento del comune di Fondi: question time del 16/07/09

Nel question time di oggi, l’onorevole Laura Garavini (Pd) denuncia l’intollerabile ritardo del Governo in merito alla richiesta di scioglimento del comune di Fondi per infiltrazioni mafiose. Parla di due pesi e due misure in materia di sicurezza e denuncia il coinvolgimento politico del Governo nella vicenda, che sarebbe la causa delle reticenze mostrate rispetto al provvedimento da adottare e all’urgenza che normalmente dovrebbe esservi connessa.
Il testo letto dal sottosegretario Luigi Casero in risposta all’interrogazione della Garavini, è invece abbastanza anomalo. Dopo i ritardi dovuti alle verifiche effettuate dal ministero e dalla richiesta della documentazione da parte di alcuni ministri per approfondire la questione, veniamo a sapere che la decisione definitiva continua a latitare ancora perché, in ultima istanza, “il Consiglio dei Ministri ha nuovamente preso in esame la proposta di scioglimento del comune predetto, risolvendo tuttavia di rinviare ogni decisione in merito, in attesa che gli organi giudiziari concludessero le indagini in corso sul contestato fenomeno di inquinamento da parte della criminalità organizzata”.
Continua a leggere ‘Nuovo question time su Fondi’

Maroni: il comune di Fondi va sciolto

Maroni torna sul caso Fondi

Oggi in parlamento si torna a parlare del caso Fondi. Ecco il video dell’interrogazione di Sesa Amici, con risposta del ministro Maroni e replica dell’interrogante.

“Nel mese di febbraio di quest’anno ho inviato alla Presidenza del Consiglio una mia relazione, con allegati tutti i documenti, per chiedere che il Consiglio dei Ministri deliberasse lo scioglimento del comune di Fondi. Io sono convinto che questa dev’essere la decisione del governo”.
Queste le parole pronunciate oggi da Maroni in Parlamento. Parole che sgombrano il campo da ogni ambiguità attribuita alla posizione del ministro in materia e che rendono sempre più urgente una decisione da parte dell’istituzione incaricata.