Fondi vista dalla Svizzera

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giovanni Scavazza, cognato di Gianfranco Mariorenzi, il funzionario del comune di Fondi tratto in arresto lo scorso 6 luglio dalla Dia, insieme ad altre 16 persone, e poi scarcerato dal Riesame

Giorni fa ho letto anch’io online qui a Zurigo delle motivazioni deposte dal Riesame, però sapendo della vicenda solo quello che c’è scritto sui giornali, è solo su questo che dobbiamo basarci e credo che sia ancora poco; la Relazione della DIA su Fondi è di oltre 500 pagine, poche righe sul giornale, non credo che le riassumano al meglio.
Che il Tribunale del Riesame abbia scarcerato Gianfranco mi fa piacere, è certamente una buona notizia, spero che questo alleggerisca la sua posizione e sia di buon auspicio per la sua difesa personale nell’ambito dell’inchiesta, ma presa di per sé, la cosa non è che cambi molto la sostanza della questione. Era prematuro fasciarci la testa prima senza sapere se fosse rotta davvero, è prematuro ora stappare lo champagne come se si fosse riportato chissà quale vittoria. E spiego perché, secondo la mia opinione:

- il Tribunale del Riesame non entra nel merito della questione, o almeno non ci entra direttamente; stabilisce solo se la misura della custodia cautelare sia giustificata o meno alla luce della normativa di legge vigente. Nel caso di Gianfranco, ha stabilito che tale misura non fosse giustificata, nel senso che non sussistevano i requisiti di legge per imporla.

- occorre però tener presente che tali requisiti di legge, negli ultimi anni si sono molto “allentati” ed “addolciti”; essi sono il frutto di vari interventi legislativi che via via sono stati prodotti dalla nostra classe politica corrotta e malavitosa, in costante guerra con la Magistratura (essenzialmente per tutelare sé stessa), per cui il potere di arrestare qualcuno è stato molto limitato e praticamente è legittimo solo in caso di gravi imputazioni, quando ci sia il pericolo di reiterazione del reato o di fuga dell’imputato. Nessuno di questi requisiti sussiste fino in fondo per Gianfranco, per cui non c’è molto da stupirsi del pronunciamento del Riesame sulla sua custodia cautelare.

- il punto fondamentale su cui si basa la decisione di dichiarare non giustificata la misura della custodia cautelare (sempre basandoci sui reportage dei giornali), è qualcosa che nell’immediato fa comodo a Gianfranco, perché lo rimette in libertà, ma nel prosieguo della vicenda giudiziaria potrebbe essere un’arma a doppio taglio per lui, o addirittura controproducente. Vale a dire, il Tribunale del Riesame ha valutato che non ci fossero prove sufficienti a stabilire che Gianfranco sapesse o fosse sufficientemente informato, dell’esistenza di una infiltrazione malavitosa e mafiosa del Comune di Fondi; è sulla base di questo essere all’oscuro, dei reati che si venivano a perpetrare, che Gianfranco è stato scarcerato. Però, questa formulazione, non solo non esclude o mette in dubbio l’esistenza delle infiltrazioni mafiose, ma sostanzialmente, indirettamente, la conferma.

- c’è anche un ulteriore elemento negativo negli sviluppi recenti della vicenda; il fatto che i funzionari comunali siano stati reintegrati in servizio, ma non nei posti occupati prima. Anche Gianfranco è stato trasferito ad altro incarico, all’interno del Comune. Questo significa, in sintonia con le primissime dichiarazioni del Sindaco e come temevo che accadesse, che probabilmente l’Ente ha deciso di non fare fronte comune con i propri funzionari, ma di distinguere in Giudizio il proprio ruolo da loro e se necessario, contrapporsi ai funzionari, accusandoli e chiedendo loro anche i danni.

Avere un’idea più precisa di come si svilupperanno le cose e con quale taglio avremo a che fare in sede di Processo, per il momento non è ancora possibile, perché manca un passaggio, secondo me fondamentale. Non si sa che fine farà la richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi, decisione che dovrà essere presa in sede politica ed istituzionale e su cui si sta combattendo una grande battaglia politica, molto della quale si svolge sottobanco. Per come la vedo io, se il Consiglio Comunale non venisse sciolto, questo farebbe perdere all’inchiesta molta forza giudiziaria. Ne sarei contento per Gianfranco, ma come cittadino la cosa mi indignerebbe, ammesso che in Italia ci sia ancora qualcosa per cui valga la pena indignarsi. Al contrario, se il Consiglio venisse sciolto, l’inchiesta ne acquisterebbe forza e gli imputati se la vedrebbero più brutta.
Ripeto che non saprei dire oggi come andrà a finire, anche perché le forze che stanno combattendo questa battaglia sono in gran parte occulte, “è tutto poco trasparente”. E’ indubbio, però, che più tempo passa e più questo faccia il gioco di Fazzone e dei suoi padrini e non vi sono dubbi che Fazzone abbia padrini politici potenti, a cominciare da Berlusconi, che lo stanno spalleggiando e proteggendo. Inoltre, il fronte opposto, non è che sia così affidabile. Maroni e la Lega, si stanno facendo belli con certi discorsi, ma rimangono solo parole, e loro sono interessati ad altro (federalismo, gabbie salariali, tutela del dialetto, blocco dei finanziamenti al sud e così via); l’opposizione è debole e doppiogiochista; la Magistratura non ha nessuna credibilità agli occhi della classe politica. Ho quindi paura che tra i soggetti forti e potenti che stanno dalla parte dell’insabbiamento e quelli deboli e poco credibili che stanno dall’altra parte, alla fine (all’italiana), prevarranno le prime. Ne sono lieto per Gianfranco, ma lo ripeto ancora una volta: io mi vergogno sempre più di essere italiano!….; sono contento di esserne andato via definitivamente dall’Italia e di vivere qui a Zurigo, nella civilissima Svizzera!…

Giovanni Scavazza

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