Fondi, il turismo imposto dal basso

Si è svolta, martedì 4 giugno 2011 dalle ore 17.00 fino a sera, presso il Castello Caetani di Fondi (LT), una riunione pubblica sul tema, da titolo roboante, “Patto territoriale per il Turismo”.
L’incontro promosso dalla Provincia di Latina, dall’Ente Provinciale per il Turismo e dal Comune di Fondi, ha visto tra i suoi relatori la presenza dell’Assessore provinciale allo Sviluppo Economico Silvio D’Arco, dell’Assessore provinciale alla Pianificazione Territoriale, e Urbanistica, Politiche della Mobilità Fabio Martellucci, del direttore dell’APT Latina Paolo Graziano e la presenza dei sindaci, o di loro delegati, delle amministrazioni comunali di Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Sperlonga e Campdimele. In qualità di rappresentante della città ospitante ha introdotto i lavori il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo. Alla riunione erano presenti operatori turistici ed economici, rappresentanti di associazioni di categoria ed anche figure tecniche iscritte adi Ordini professionali.

Il tema, da qualche tempo, è oggetto di una serrata discussione in ambito provinciale dopo che, sotto l’impulso del Presidente Cusani, si è svolta una Conferenza dei sindaci che ha visto una massiccia adesione: 25 Comuni su 33. Lo scopo dell’iniziativa è quello di arrivare alla sigla tra Comuni, Provincia e Regione di un Protocollo di Intesa sull’implementazione e il miglioramento dell’offerta turistica, questa è la formula con cui la proposta è stata esplicitata.

I soggetti che potrebbero partecipare all’iniziativa sono sia pubblici sia privati: enti locali, microimprese, piccole e medie imprese; unità produttive (ovvero strutture anche articolate su più immobili fisicamente separati, ma prossimi, finalizzate allo svolgimento dell’attività, dotate di autonomia produttiva, tecnica, organizzativa, gestionale e funzionale), strutture ricettive. Il tutto dovrebbe trovare una sua ragione d’essere a partire dal Piano Triennale del Turismo approvato dalla Regione Lazio. Entro le maglie di questo documento, si è capito, bisogna trovare i cavilli che permettono di scardinare, “attraverso interventi di natura straordinaria ed in deroga agli strumenti urbanistici attuali”, quelli che sono stati definiti i “lacciuoli” del P.T.P.R. in vigore.

Poiché la Regione riconosce il turismo come fenomeno integrato di sviluppo economico sostenibile, di promozione e valorizzazione del territorio, di crescita sociale e cultura della persona e della collettività: sulla base dell’art. 1 della L.R. N. 13/2007, di concerto con i Comuni, è nata l’idea di attuare un Patto Territoriale per il Turismo, finalizzato ad implementare e migliorare l’offerta turistica provinciale attraverso la riqualificazione delle imprese ricettive esistenti, la creazione di nuove strutture, l’attuazione di iniziative imprenditoriali atte ad incrementare e supportare le attività connesse al turismo. Detto in questi termini la proposta sembrerebbe meritevole di attenzione e di dibattito. E questo è sembrato dagli interventi un po’ vaghi e un po’ politichesi del Sindaco di Fondi, De Meo, e dell’Assessore Provinciale, D’Arco.

Quando la parola è passata al direttore dell’E.P.T. di Latina Paolo Graziano, funzionario regionale attualmente consigliere provinciale ed ex sindaco di Minturno, quest’ultimo ha rotto gli indugi e si è lanciato in ardite invettive alle strette maglie del P.T.P.R. che, a suo dire, è uno dei responsabili dell’attuale crisi del Settore poiché limita investimenti e non attrae capitali in quanto, “omogeneizzando vaste aree di territorio a destinazioni d’uso fa si che crescano solo cannucce impedendo una vera tutela di quest’ultimo”.

Un esempio dei danni prodotti da questi “lacciuoli” ed anche da tanti altri cavilli legislativi e burocratici è stato additato nella vicenda che vede implicato il “Camping Sant’Anastasia” sul Litorale di Fondi. Non ha risparmiato critiche nemmeno all’apparato burocratico regionale, reo di non essere pratico e solerte nei procedimenti occorrenti alla definizione di questi problemi. Il tutto per arrivare a stabilire che gli unici deputati a poter decidere del proprio destino sono, coadiuvati dalla Provincia, proprio i Comuni interessati. Nel suo accalorato intervento ha spesso richiamato la concretezza degli interventi e i tempi certi per la loro attuazione. Sulla stessa banda d’onda sono restati sia l’assessore Provinciale alla Pianificazione Territoriale, e Urbanistica, Politiche della Mobilità Fabio Martellucci, con un richiamo ad una inversione di impostazione culturale nel concepire la tutela del territorio (?), sia il vicepresidente vicario della FederAlberghi del Lazio e Presidente di quella di Latina Enzo Grossi che si riconosceva in toto nelle affermazioni di Graziano ed, anzi, avrebbe voluto andare oltre probabilmente incredulo di vedersi aprire prospettive inaspettate.

A questo punto il dibattito è un po’ caduto in rivendicazioni e sterili accuse agli Enti che ne hanno abbassato il livello di interesse. Tuttavia per tracciare un bilancio dell’iniziativa, a cui ne faranno seguito altre per tenere informato e per coinvolgere tutto il territorio provinciale, c’è da dire che è stata approntata una apposita modulistica per formulare i relativi progetti. La scadenza del bando, manifestato tramite un Avviso Pubblico, è stata fissata al 30 luglio p.v.. I progetti saranno inviati in triplice copia al Comune di appartenenza, all’Amministrazione Provinciale e all’Ente Provinciale del Turismo. La funzione di questi ultimi, ci è parso intendere, è quella di raccordare tutti i progetti sottoponendoli soltanto ad una specie di parere di conformità al Piano Territoriale del Turismo Provinciale. L’impegno per l’attuazione e la fattibilità è stato ben lungi dall’essere preso, in barba alla praticità invocata, lasciando intendere che la vera forza del progetto è proprio quella di riuscire a coinvolgere un numero più ampio possibile di operatori nella proposta da far pesare, poi, in un eventuale confronto con la Regione. Una pratica di “imposizione dal basso” di scelte che interessano i territori capovolgendo i processi di decisione e di programmazione degli interventi e, tramite l’intervento straordinario ed in deroga, tentare di aggirare pareri vincolanti di altri Enti (ad esempio i Parchi?).

Dato il rilievo dell’operazione e dell’iniziativa, visto i soggetti e gli Enti coinvolti, c’è da sospettare che sia una azione concordata con l’attuale Governo Regionale per aggirare le prescrizioni e le norme del P.T.P.R. vigente e preparare il terreno ad un assalto al territorio, anche qui ci illuminano alcune dichiarazioni di Graziano che ha sottolineato l’importanza di «far decollare le strutture ricettive, migliorando quelle esistenti e creandole laddove non esistono. Non perdiamo tempo. Il Patto ha una durata di 3-5 anni. Entro un mese sarà pronto il Protocollo di Intesa».

Quello che ci pare chiaro è che su legittime aspettative degli operatori turistici emergono manovre, alle spalle di questi ultimi, che li vedono usati al solo scopo di portare a termine una operazione di dubbia legittimità dai contorni e dagli esiti ancora indefiniti e dai benefici ancora tutti da verificare. Un ultima domanda, sorge legittima, a vantaggio di chi?