Non c’è mafia tra gli ulivi

Fondi, il palco della manifestazione del 9 settembre 2009Oggi c’è stata una manifestazione in Piazza Unità d’Italia a Fondi. E’ stata organizzata dall’Italia dei Valori in difesa della legalità. Sul palco erano presenti numerosi dirigenti di quel partito insieme allo stesso Di Pietro. C’erano anche Leoluca Orlando, Elvio Di Cesare dell’Associazione Caponnetto, Bruno Fiore, coordinatore del PD di Fondi, e Mariarosaria Ingento del sindacato dei prefetti. Sotto quel palco c’era una città. Oggi in piazza c’era quella città che crede nel diritto come bene primario ed inviolabile e non come concessione. Persone che pensano che non esista normalità nel ricatto e nel favore. Ed eravamo tanti, più di quanti potessimo sperare.

Fondi, 9 settembre 2009, il sindaco e gli assessori contestano la manifestazione dell'IdvPer restare ai fatti, però, bisogna dire che non eravamo soli. C’era anche un piccolo gruppetto di contestatori violenti e volgari. Erano quasi una trentina o poco meno, come si addice a le squadracce degli inizi del novecento. Facevano la voce grossa per zittire chi parlava di legalità. Erano tutti vestiti in giacca e pantaloni, che tornano sempre utili per dare decoro anche al marciume. Erano al centro della piazza, circondati da quel popolo che ormai li ripudia. Costretti a farsi difendere nei loro attacchi da chi con certi personaggi è sempre troppo indulgente. Per come sbraitavano potevano sembrare delle mezze tacche intente a inscenare uno spettacolo da circo di pessimo gusto. Se non fosse che ricoprono ruoli istituzionali di maggioranza nel consiglio comunale di Fondi. Quello che faceva più ribrezzo e risaltava in mezzo a quella marmaglia era però il geom. Luigi Parisella, talmente impresentabile che ha pensato bene di coprirsi dietro un paio di occhiali da sole.

Fondi, 9 settembre 2009, la piazza isola i provocatori guidati dal sindacoTutto questo, ad ogni modo, non ha fatto che rafforzare quella piazza, la nostra piazza. Tante e tanti hanno avuto il coraggio di alzare la testa. Ci siamo ritrovati forti e pieni di rabbia. Perché siamo stanchi di vederci usurpata la cittadinanza. Non barattiamo i nostri diritti per un sistema criminale di potere che vorrebbe ridurci in schiavitù. Noi siamo i fondani che trovano nella legalità un principio irrinunciabile. Siamo quelli che conoscono troppo bene che cos’è la democrazia per lasciarla in mano a chi non ne ha mai saputo il significato. Noi la nostra testa la teniamo alta e non intendiamo abbassarla, se non per dire a chi è stato corroso dell’avidità del potere che non appartiene a questa terra. La nostra terra è una pianura di pace e libertà e non di mafie e servilismo. Nella nostra terra non c’è posto per chi per troppo tempo ha voluto avvelenarla.

La nostra terra è terra di legalità e noi siamo il suo popolo. Quella trentina di persone, invece, rappresentano lo sporco e il degrado. E noi vogliamo tenere pulita la nostra città.